Cos’è successo sabato in Russia? Come mai Prigozhin ha iniziato ad avanzare verso Mosca? E come mai ha interrotto la sua azione a pochi chilometri dalla capitale? Sono tante le domande su quanto possa essere accaduto in una delle giornate più surreali mai vissute. Non solo nella storia della federazione russa, ma in generale anche in quella della politica internazionale. Ma al momento di risposte se ne possono dare poche.
Nelle ore immediatamente successive ai fatti sono state formulate tante ipotesi. Prigozhin pagato dall’estero per indebolire Putin, Prigozhin d’accordo con Putin per creare un false flag tutto russo, Putin d’accordo con il ministro della Difesa Shoigu per avere la scusa di cacciare via in blocco la Wagner. E così via, tra un tentativo di analisi e un altro. Il punto è che, davanti a certi eventi, la verità è impossibile da sapere nell’immediato.
La verità, in poche parole, ha dei tempi mal conciliabili con il mondo di oggi. Ora tutto avviene in diretta, tutto avviene a portata di smartphone. Prigozhin non ha usato la tv per parlare, bensì Telegram e i social. Dunque chiunque poteva osservare cosa stava accadendo in tempo reale, semplicemente tirando fuori dalla tasca il proprio telefono.
Circostanza che ovviamente non vale soltanto per la tentata avanzata Wagner di sabato. Tutti oggi hanno potenzialmente la possibilità di guardare in tempo reale, e con gli occhi dei protagonisti, quanto succede da una parte all’altra del mondo. Personalmente mi ha colpito vedere già sabato mattina un video, girato verosimilmente da una ragazzina dalle finestre della propria casa, di un bombardamento su un deposito di carburante nella città di Voronezh. L’urlo di quella ragazza impressionata dall’esplosione mi ha fatto intuire cosa voglia dire, per un comune cittadino, addormentarsi in un Paese in pace e risvegliarsi in guerra.
La velocità dell’informazione crea inevitabilmente forti aspettative sulla verità. Si vuole conoscere cosa avviene dietro le quinte con la stessa velocità con cui sotto gli occhi scorrono i video dalla superficie. Ma la sete di verità non può essere soddisfatta in diretta, quando ancora gli eventi si stanno svolgendo. Né tanto meno può essere soddisfatta a distanza di poco tempo. La ricerca della verità richiede il suo tempo, più lento e meno affannoso rispetto a quello dei giorni nostri.
Rispondere a tutte quelle domande sull’evento di sabato è doveroso e certamente in futuro permetterà di comprendere meglio la storia. Ma proprio perché la verità è un diritto inalienabile e sacrosanto, essa va ricercata rispettando i suoi tempi. Occorre comprendere, occorre andare oltre le apparenze presentate dai diretti protagonisti, occorre oltrepassare gli interessi delle varie parti in causa. Occorre quindi lasciar scorrere il tempo. L’unico strumento, ad oggi, in grado di comporre tessere impazzite gettate per terra con troppa velocità.