In questi giorni, un po’ per ironia e un po’ per il gusto di generare polemiche, si è parlato molto in merito “l’italianità” di Jannik Sinner. Il trascinatore della nazionale nella vittoria in Coppa Davis, nonché talento in grado di regalare al nostro tennis almeno dieci anni di soddisfazioni, è originario della provincia autonoma di Bolzano. Quella che, per molti suoi abitanti, in lingua tedesca corrisponde alla regione del SudTirol. Da contrapporre, sotto il profilo geografico, alla regione settentrionale del Tirolo che oggi forma un lander austriaco con capoluogo Innsbruck.
Si tratta quindi di un’area a cavallo tra la regione linguistica italiana e quella tedesca. Circostanza che nella storia ha spesso portato a contrasti, con diversi gruppi politici che più volte negli anni hanno manifestato l’interesse a un ricongiungimento del SudTirol all’Austria. Le dispute in tal senso non sono terminate. Più di recente, le autorità locali hanno fatto sparire la dicitura Alto Adige dal nome ufficiale della provincia autonoma di Bolzano, preferendo invece unicamente quella di SudTirol.
I contrasti non mancano anche a livello sportivo, con l’attuale squadra del SudTirol di Bolzano in Serie B oggetto di critiche da parte di alcuni tifosi “italofoni” per via della sua denominazione. Allo stadio tuttavia vanno regolarmente e tranquillamente tifosi sia di lingua italiana che di lingua tedesca.
Ad ogni modo, le ironie su Sinner svelano come l’intero Paese spesso ha una conoscenza approssimativa del proprio stesso territorio. L’Italia non è, contrariamente a quanto forse immaginato dai più, un blocco monolitico. La nostra storia unitaria è molto recente, è sorta appena 160 anni fa. Conseguentemente, è chiaro che la penisola ha al suo interno ampie tracce delle entità politiche pre unitarie e dei costumi e delle tradizioni dal carattere regionale.
In alcuni casi, le differenze riguardano anche l’ambito linguistico. Si va dai differenti dialetti di cui è composta la lingua italiana, fino alle vere e proprie lingue regionali come il napoletano, il veneto, il siciliano, il friulano e il sardo. Poi ci sono zone dove lo Stato ha dato a un’altra lingua il rango di lingua ufficiale. Come in Val d’Aosta, dove all’italiano è affiancato il francese, e come per l’appunto nella provincia autonoma di Bolzano, dove all’italiano è affiancato il tedesco.
Vuol dire quindi che si può essere italiani anche senza avere l’italiano come lingua madre. O, per meglio dire, si può essere italiani senza essere italofoni. Questo perché l’aggettivo “italiano” si riferisce alla nazionalità e dentro la nazione possono sorgere aree linguistiche e culturali differenti dal resto del Paese. Nel caso specifico, Sinner è nato a San Candido, comune della provincia autonoma di Bolzano in cui l’85% degli abitanti è di lingua madre tedesca. Ma il territorio è in Italia, le istituzioni amministrative e politiche sono italiane, Sinner e tutti i suoi concittadini sono quindi italiani. E il campione, con le sue imprese sportive, ha portato i trofei in Italia. Dimostrando inoltre, tra le altre cose, di parlare molto bene la lingua italiana.
Nell’era delle diffidenze reciproche, quasi non poteva mancare una polemica sul fatto di considerare Sinner realmente italiano. Una “disputa”, per così dire, che trae origine dall’atteggiamento di entrambe le comunità: molti italiani dimenticano di vivere in un Paese dalla cultura variegata e dai confini mutati più volte tra guerre e accordi passati, molti altoatesini dimenticano che lo Stato italiano tutela ogni minoranza e che per questo, all’interno della provincia di Bolzano, la maggioranza di chi ha il tedesco come lingua madre si sente a tutti gli effetti italiano.