Oggi più che mai le opere del maestro Alfredo Bordenca sono di grande attualità. “L’arte del riciclo… La resilienza del tempo” è la sua mostra di scultura e pittura contemporanea che mette in risalto i valori perduti e le conseguenti instabilità sociali.
Sarà inaugurata il 20 ottobre alle ore 17.00 al Museo Archeologico Regionale ”P. Griffo” di Agrigento, Auditorium Michele Lizzi, e proseguirà fino al 20 novembre 2023, con ingresso libero.
Già nel lontano 1972 Renato Civello a Roma presentava l’artista Alfredo Bordenca, classe 1945, come capace di vivere la propria pittura con schiettezza di intendimenti, ma anche con il più profondo rispetto di certi canoni che non possono essere dimenticati. Nel 1975 Mara De Mercuri sottolineava che gli appunti grafici dell’artista Bordenca stavano esattamente tra due poli d’attrazione: una sorvegliata e severa attenzione al nuovo che si ripropone continuamente, una nostalgia consapevole e razionale per il paesaggio, le cose, le persone che fanno parte del quadro esistenziale delle origini. Anche Eugenia Serafini nel 1976 presenta l’arte di A. Bordenca come indirizzata verso due direzioni: una contenutistico e una stilistica. Lo vediamo affrontare il problema del drammatico rapporto uomo-natura con chiare implicazioni ecologiche, denuncia contro l’intervento demolitore dell’umanità, attraverso un linguaggio che è andato sempre più maturando e assumendo una precisa fisionomia.
In una seconda fase Bordenca si rivolge all’uomo in modo diverso, questa volta non più come distruttore ma vittima egli stesso della propria follia e, quindi, attonito spettatore di una natura che gli sfugge e della quale sente, infine, il pressante richiamo.
In occasione di una mostra a Roma nel 2001, Vittorio Esposito si è espresso sull’arte di A. Bordenca, sottolineando la sua ricerca strutturale incentrata sulla “forma”, o meglio su un insieme di “figure” totalmente astratte e, a volte, articolate con inserimenti naturalistici, pervase di un simbolismo tendente al misticismo della natura. È una situazione immaginativa e formale espressa con linguaggio strutturalista capace di coniugare concetto, manualità, razionalità, emozione e simbolo.
In questo ultimo decennio l’artista si è concentrato sulla riflessione e sulla ricerca e conoscenza di materiali. Ha prevalentemente concepito l’arte come ricerca della bellezza, atta ad emozionare, sviluppare sentimenti, educare ad un vissuto più sostenibile.
Oggi, afferma l’artista, con il crescere dei disagi sociali, con i mutamenti radicali del nostro sistema di vita rispetto al passato, sempre più verso lo sperpero di materiali, si va creando un accumulo di oggetti, soprattutto nel nostro mondo industrializzato, che gradualmente porterà allo scontro, provocando tensioni sociali e fame. La sensibilità di un artista e la sua forza creativa dovranno portare l’uomo a riflettere e a ripristinare l’ordine e l’equilibrio del suo modo di vivere errato per farlo retrocedere dall’idea dell’Usa e Getta, per riciclare e riutilizzare materiali per i bisogni quotidiani. Ecco perché con la sua arte l’artista mette in risalto i valori perduti e le problematiche che ne conseguono a causa della loro perdita e del loro spreco.